Peggioramento del 22 giugno

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Il sabato appena trascorso ha visto interessare la nostra regione da un’intensa perturbazione che a causa delle temperature elevate dei giorni precedenti nonché ad un alto tasso di umidità nei bassi strati ha innescato una serie di temporali e violente raffiche di vento con episodi grandinigeni di severa entità. Risultano colpite in particolare le zone della provincia di Modena e Bologna ed in parte il Ravennate zona del lughese e Massa Lombarda. Nelle nostre province i fenomeni sono stati di lieve entità grandine viene segnalata nelle zone a nord di Forlì è più a macchia di leopardo nelle zone a sud di Cesena Tuttavia non si escludono episodi più localizzati in altre parti del nostro territorio. Invitiamo i nostri associati a controllare la presenza di eventuali danni e di darne comunicazione tempestivamente alla propria compagnia assicuratrice. Di seguito riportiamo un interessante articolo del metereologo Randi che spiega come si possono formare chicchi di grandine di elevate dimensioni così come è accaduto a Bologna e Modena.
 

E veniamo alla litania della domenica.
Ieri mi sono state inviate immagini di chicchi di grandine con molte “punte” o “lobi” caduti essenzialmente in Emilia, ma in qualche caso anche sul lughese.
Naturalmente quale occasione migliore per sproloquiare tra le più fantasiose ipotesi (scie chimiche, capricorno che entra in vergine, San Paolino da Nola svegliatosi male, “la cosa” di John Carpenter, ecc). In realtà il ciclo di vita di un chicco di grandine è abbastanza complesso, ma in estrema sintesi:
Ingredienti per il chicco: forti moti ascendenti, abbondante vapore acqueo nei bassi strati (mix ratio sopra i 6 g/kg), aria più secca sopra. I moti ascendenti devono essere non perfettamente verticali ma inclinati, quindi serve un determinato profilo del vento. Molta acqua sopraffusa, cioè liquida pur in ambiente a temperature sotto lo zero (l’acqua è pigra e specie nei week-end non ha voglia di cambiate stato, però se le diamo un piccolo buffetto diventa ghiaccio subito).
Come formiamo il chicco? Acqua sopraffusa e contemporanea presenza di ghiaccio nella nube, e per i cumulonembi (le note nubi temporalesche) questo non è un problema. Il ghiaccio (sotto forma iniziale di embrione, spesso una pallina di graupel) “raccoglie” le goccioline d’acqua sopraffusa le quali “congelano” rapidamente rilasciando il calore latente di solidificazione.
E il chicco intanto aumenta di dimensioni.
Perché è fatto a strati più trasparenti alternati a strati opachi? No, niente scie chimiche: dipende da quanta acqua sopraffusa c’è lassù e non è nemmeno un problema di ricircolo (il su è giù dentro la nube; aiuta ma ce la si può fare anche senza).
Molta acqua sopraffusa rilascia parecchio calore latente e il congelamento avviene lentamente e ordinatamente; poca acqua sopraffusa rilascia poco calore latente ed il congelamento avviene rapidamente e in maniera disordinata. L’embrione, essendo piccolo (< 0.5 cm), può restare sospeso a lungo nelle nubi; la crescita del chicco (che lo porterà al suolo) avviene quando l’embrione incontra molta acqua sopraffusa. Per formare l’embrione serve un po’ di tempo; ma il processo di crescita fino alla caduta al suolo è molto veloce (bastano anche solo 15 minuti).
Allora perché le “punte” e i “lobi”? Accade quando il chicco formato incontra una regione della nube con tanta acqua sopraffusa e si muove molto velocemente entro la nube stessa; la quantità di goccioline sopraffuse che intercetta e cattura è tale che la solidificazione di esse nel chicco è rapida ed irregolare poiché esse si sovrappongono e si addossano in tempi brevissimi.
Normalmente ciò accade quando il temporale è cattivello poiché se ho molta acqua sopraffusa, vorrà dire che i moti ascendenti sono intensi, ho aria molto calda ed umida in basso e fredda/secca in alto, e lo shear nel campo del vento (direzione ed intensità) me la tiene lassù fin quando serve.
Naturalmente ho semplificato all’estremo poiché la faccenda è comunque complessa ed occorrerebbe andare di microfisica. Ma direi che non è il caso, specie di domenica.